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La Cognizione


Questa Spiegazione è appartenente ad una Serie di Articoli.

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Abbiamo introdotto appena adesso un fattore che condiziona moltissimo il nostro modo di operare mentale che è “l'associazione” e abbiamo visto che è legata alla “immaginazione” attraverso la variazione delle funzioni elementari che possono dare origine alle varie controreazioni sui percepiti di primo livello, l'associazione dunque entra in funzione qualora le funzioni di controreazione lo permettano o meglio qualora vi sia l'esigenza di riparametrare attenzionalmente il contesto percettivo con un contesto cognitivo, questo per legare meglio assieme gli engrammi che costituiscono il nostro campo di conoscenza in quanto il meccanismo mentale, ripeto, ha un carattere teleologico di fondo che è dovuto alla necessità di espandere il più possibile le energie relative alla interazione con l'informazione di partenza.



La Cognizione
La Cognizione


Questo sistema di associare il mondo percepito con il nostro campo di conoscenza avviene come già detto, attraverso dei “percorsi preferenziali” di elaborazione, ma cosa succede quando chiamiamo in causa la cognizione per creare nuovi engrammi e in definitiva per legare in un contesto logico dal punto di vista attenzionale i vari costrutti?



La cognizione
La cognizione

Per tentare di dare una spiegazione a questa domanda bisogna pensare ad una doppia funzione delle attività associative e dare uno sguardo anche semplice alle attività correlative.


Partiamo dall'analizzare un attimo le attività associative che conglobano le possibilità di mettere assieme dei costrutti mentali di diversa natura, quando noi facciamo una associazione di solito è il presente che ce la richiama, in altre parole i ritmi attenzionali dovuti alle attività percettive portano per simmetria ad associare i percepiti con dei costrutti derivanti dal nostro campo di conoscenza, non è difficile vedere "Adamo che mangia una mela" e pensare "ma anch'io ho mangiato una mela tre mesi fa", la frase può essere stupida però quel 'ma' richiama una controreazione che mi

mette nelle condizioni di riparametrare o di confrontare attenzionalmente una cosa percepita con un ricordo; le funzioni cognitive allora vengono chiamate in azione dalle funzioni associative che sono in questo caso una causa, ma non appena si aprono gli engrammi relativi alla cognizione allora diventano un effetto della cognizione producendo delle ulteriori operazioni fra il contesto percepito e quello correlato.


Le correlazioni dunque sono indotte dalle attività associative e quel 'ma' indica bene il legame quasi simultaneo che viene a crarsi, dove “Adamo che mangia una mela” è il correlato primo o 'soggetto', in questo caso è “anch'io ho mangiato una mela” diventa il correlato secondo o 'oggetto', l'elemento correlatore è proprio il 'ma'.


Ora pensiamo al modo in cui viene ad essere posta in azione l'attività cognitiva e per fare questo ricordo che alla fine di ogni attività percettiva vi è il prodotto di un engramma che è il risultato di tutte le operazioni che hanno portato alla percezione di una determinata cosa e viene ad essere incamerato in memoria soltanto attraverso l'associazione logica e temporale delle operazioni indotte nel processo, potremmo anche dire che ci sia un processo di condensazione delle informazioni, quindi è ipotizzabile che, quando interviene la cognizione ci sia un processo di decodificazione dell'engramma incamerato ed appariranno vividamente quei percepiti che sono stati per così dire interessati di più dall'attività attenzionale, nel caso ipotizzato si può presupporre che sia il gusto o il colore della mela a ritornare nelle correlazioni e nelle associazioni, non direi altrettanto delle scarpe che indossavo tre mesi prima, ammenoché non fosse stato proprio il fatto che il ricordo sia proprio legato al fatto delle scarpe e sia nato per questo tutto il processo, allora devo supporre che anche le scarpe di Adamo saranno oggetto della mia attenzione.


Quello che è importante comunque è il fatto che anche tutto questo processo verrà incamerato con il solito procedimento in memoria e darà sempre origine ad un engramma, ma sarà ben difficile che questo ricordo persista nella memoria poiché nulla è stato rilevato attenzionalmente in modo tale da forzare l’immaginazione o la volontà più di tanto, quindi è supponibile che i ricordi o il campo di conoscenza che è l’insieme dei dati e delle loro relazioni siano costituiti dal fatto che i percorsi preferenziali della elaborazione dei dati siano proprio derivanti dalla interazione fra le solite tre grandezze di base e qualora una di queste venga forzata si costituiranno degli engrammi che saranno più soggetti ad essere richiamati per associazione.


Nel prossimo articolo parleremo della concentrazione

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