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Romeo Ceccato

Le Attività Percettive

Questa Spiegazione è appartenente ad una Serie di Articoli.

Prima di iniziare a leggere ti consigliamo di guardare gli articoli precedenti :



Come secondo esempio riprenderei in considerazione le “attività percettive” per vedere quale possa essere la differenza fra la percezione semplice e quella complessa: la percezione semplice si compone di varie funzioni attenzionali elementari, queste sono date da dei concetti "funzione" che servono per definire il ritmo attenzionale e le correlazioni che si possono effettuare sull’oggetto in esame, per poter comprendere bene questo tipo di percezione si dovrebbe far riferimento alla metodologia percettiva dei bambini che in sostanza comporta l’utilizzo del maggior numero possibile degli organi sensori per poter ottenere le varie sequenze di stati attenzionali che daranno luogo alla acquisizione mentale dell’oggetto preso in esame attenzionalmente, il bambino piccolo in altre parole mette in rapporto le sue azioni con le reazioni dell’oggetto di gioco e lo fa in tutti i modi possibili poiché non può ancora avere dei sistemi di associazione o categoriali più complessi che sono alla base della percezione che invece ha l’adulto, ovvero anche un bambino che sta ormai apprendendo l’associazione del pensiero con le azioni che svolge; la percezione semplice quindi non fa riferimento alla attività cognitiva tramite il sistema associativo, basti pensare che quando noi vediamo un qualsiasi oggetto siamo in grado di dichiararne la pesantezza o la ruvidità ed altre caratteristiche, poiché associamo quelli che potrebbero essere i ritmi degli stati attenzionali dati dal toccarlo, senza per questo provare a toccarlo e né riproducendo questi ritmi a livello mentale ma soltanto associando il costrutto attenzionale che abbiamo in memoria relativo alla pesantezza o alla ruvidità o ad altre categorizzazioni, in altri casi siamo in grado di associare ad una musica, un paesaggio o delle scene, o possiamo fare anche il contrario, gli esempi più classici derivano dal condizionamento pubblicitario, a me succede spesso di associare una musica che mi piace ad un prodotto che è stato pubblicizzato con questa musica, devo dire mio malgrado, in quanto preferirei associare delle altre cose; comunque alla fine di questo ragionamento è necessario chiarire che la percezione semplice si ha qualora tutte le attività mentali elementari di correlazione siano rivolte espressamente a ciò che è oggetto di attenzione e questo significa che i nostri limiti sono dati dalle possibilità di intervento degli organi preposti all’acquisizione dei dati che possono farci assumere

determinati ritmi attenzionali e le attività correlative siano effettuate sui rapporti fra le varie "pluralità" che compongono l’oggetto e sulle relazioni che questo è in grado di assumere con il contesto delle cose osservate o il mondo esterno, mentre per la percezione complessa dobbiamo far riferimento alla “sovrapposizione degli effetti” chiamata in causa dalle attività associative che introducono nel complesso sistema di acquisizione delle informazioni il nostro campo di conoscenza attraverso l’attività cognitiva.


Un’altra cosa che dobbiamo osservare è che le attività associative sono il frutto della variazione della controreazione che noi facciamo per operare l’analisi percettiva e quindi bisogna richiamare in causa l’immaginazione in quanto ricordo che è proprio questa la grandezza che combinando i vari concetti funzione elementari in ’B(i)’ dà la possibilità di associare attraverso per esempio variazioni di questo genere:

  • B(i)="uguale",

  • B(i) = “equivalente”,

  • B(i)="e" oppure B(i)="o",

  • altrimenti B(i)="anche" o B(i)="simile"

  • ecc.;

è ovvio che ogniqualvolta noi facciamo un processo mentale di questo genere creiamo per così dire dei “percorsi preferenziali” delle informazioni elaborate e questi percorsi daranno vita ai vari engrammi che avremmo a disposizione per favorire la ricerca in memoria dei dati che abbiamo analizzato per il passato, come ripeto questi engrammi saranno dati dalle “associazioni delle operazioni che avremmo svolto per appropriarci di nuovi costrutti”. (nota: con le conoscenze odierne potremmo affermare che è il frutto del processo di “training” della rete neurale)


Nel prossimo articolo della serie parleremo di Cognizione, vi lascio una piccola immagine spoiler ....



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