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Il Servomeccanismo Mentale, Come e Quali meccanismi segue la nostra mente


Il Servomeccanismo Mentale, Come e Quali meccanismi segue la nostra mente
Il Servomeccanismo Mentale, Come e Quali meccanismi segue la nostra mente


Questa Spiegazione è appartenente ad una Serie di Articoli.

Prima di iniziare a leggere ti consigliamo di guardale l'articolo precedente :

Facendo riferimento allo schema dell'articolo precedente, che riporto qui sotto, iniziamo a capire cosa rappresenta e a fare qualche osservazione.



Come si può notare non sono cambiate molte cose apparentemente, ma nella sostanza vedremmo che si tratta di definire con questa tipologia grafica un qualcosa di complesso che però è sempre riconducibile alle relazioni delle grandezze che sono presenti in questo schema. Passiamo ora ad analizzare una ad una le grandezze e le relazioni che sono sopra identificate:


1) “x(i)” rappresenta l’ingresso del sistema, il flusso di informazioni che la mente riceve dall’ambiente esterno sia tramite gli organi, ovvero tutto quanto può essere fonte di percezione, quindi immagini, suoni o rumori, parole, odori o profumi e sapori, tutto quello che si può toccare sentire e vedere per quello che riguarda i sensi comuni, sia tramite le attività mentali di percezione normale e paranormale.


2) “h(i)” rappresenta l’uscita del sistema: il comportamento del soggetto e quindi tutti gli atteggiamenti che questo può o meno assumere, è un flusso di informazioni come l’ingresso, è nella sostanza una grandezza omogenea all’ingresso se consideriamo per esempio una relazione di una diade, isolando quindi il sistema che questa esprime, altrimenti si può considerare semplicemente come una sorgente di informazione che quindi comunica con il mondo esterno.


3) “y(i)” rappresenta i concetti percettivo-cognitivi, quindi tutti i concetti che possiamo definire di primo livello derivanti dalle funzioni applicate nella scatola nera espressa come “A(i)” che in sostanza ci permette di indicare tutto quanto accade una volta che si è effettuata una operazione mentale di trasformazione di informazione derivante dal mondo esterno o da cicli ripetitivi di teorizzazioni, astrazioni o impressioni di immagini mentali.


4) “z(i)” rappresenta anche in questo sistema una grandezza di confronto che deriva dalla applicazione delle funzioni espresse nella scatola nera rappresentata da “B(i)” che in sostanza esprime tutte le operazioni di comparazione, astrazione e teorizzazione dei concetti di primo livello trasformandoli in concetti di secondo livello che vengono appunto resi comparabili con la realtà percepita, in sostanza rappresenta quei concetti o quelle immagini mentali che sono il frutto delle applicazioni delle funzioni che intervengono a modificare i concetti di primo livello.


5) “e(i)” rappresenta in questo caso un segnale analogo al segnale errore ma preferisco chiamarlo segnale di simmetria o di armonia attenzionale in quanto è la grandezza che ci permette di esprimere di quanto si scosti il concetto percepito dal segnale di ingresso preso in attenzione o nel caso di cicli chiusi permette di riportare dei concetti di teorizzazione o di secondo livello a dei concetti riconducibili ai concetti di percezione.


6) “N(i)” rappresenta ancora il nodo di confronto fra i concetti di secondo livello e la realtà percepita e identificata nel flusso di informazioni prese in attenzione in un dato momento, ma può anche inibire in parte il flusso di informazioni in ingresso permettendo l’avvio di cicli mentali chiusi che sono alla base delle operazioni di astrazione o teorizzazione complesse e che permettono quegli interventi sull’informazione che ho espresso come trasformazioni entalpiche od entropiche, ovvero altre tipologie di intervento su dei concetti, sono in definitiva le operazioni mentali che rendono possibile l’attività creativa o l’applicazione intellettiva più generale.


7) “A(i)” come sopra accennato rappresenta una scatola nera che esprime le funzioni che si possono applicare alle informazioni percepite trasformandole in concetti, saranno espresse quindi tutte quelle funzioni che ci permettono di far compiere un salto energetico da segnali a informazioni complesse ed esprimibili con il linguaggio, è dunque l’espressione delle operazioni che ci permettono di acquisire la conoscenza delle cose, siano queste frutto di attività percettive o tramite cicli chiusi frutto di teorizzazioni successive e se riferita alle applicazioni cognitive, frutto di “comparametrazioni attenzionali”.


8) “B(i)” come sopra accennato esprime tutte le operazioni di comparazione fra i concetti di primo livello e se si considera un ciclo chiuso, i concetti di secondo livello dando origine a situazioni di trasformazioni energetiche sulle informazioni percepite, fornendo la possibilità di acquisire una conoscenza sulle cose, in altre parole, rappresenta tutte le funzioni derivanti dalla teorizzazione o astrazione che permettono di fornire dei "segnali" comparabili nel nodo di confronto.


9) “C(i)” rappresenta un’altra scatola nera che esprime tutte le funzioni intellettivo-comportamentali, nella sostanza è la parte più importante di tutto il processo che subisce l’informazione su un sistema complesso rappresentato da questo schema, definisce la riconversione da concetti ad espressioni di comunicazione a comportamento, ad atteggiamenti.


Possiamo a questo punto tradurre i concetti sopra esposti con l’ausilio del linguaggio matematico in formule che ci permettono ancora una volta di stabilire le relazioni fra le grandezze prese in considerazione, il sistema è del tutto analogo a quello esposto nell’articolo precedente per quanto riguarda il concepimento teorico del funzionamento dei sistemi controreazionati, la differenza sostanziale riguarda l’elasticità dovuta alla conformazione e ai tipi logici delle variabili che sono qui rappresentate, in quanto le grandezze possono essere, come nel caso di quelle rappresentate in ingresso e in uscita dei flussi di informazione, mentre per quanto riguarda le variabili che rappresentano le scatole nere, dobbiamo pensare che abbiano la possibilità di raffigurare dei processi o delle funzioni che appunto variano e non sono quindi delle grandezze fisse, avranno beninteso un loro campo di esistenza che si può esprimere dalla “quantità di funzioni” che possono rappresentare e saranno quindi concepite sotto un aspetto comunque complesso.

Non ritengo necessario riprendere la dimostrazione già fatta nel capitolo precedente per proporre delle formule basta pensare che la grandezza “h(i)” è messa in relazione con “y(i)” attraverso questa espressione: “h(i)”=C(i)*y(i).


Una prima considerazione che mi sembra opportuno fare in questo momento riguarda l’indice espresso fra le parentesi: ’i’ che rappresenta la relazione esistente fra le variabili rappresentate e l’informazione, ’i’ sta dunque per “informazione” e indica che tutte le grandezze e le funzioni rappresentabili sono "funzioni" dell’informazione intesa come “energia pura” in quanto ogni cosa che noi possiamo percepire, ogni cosa che esiste e che sappiamo esprimere, che conosciamo o che non conosciamo è sempre fonte di informazione, tutto è informazione, è informazione la materia animata quella che noi consideriamo inanimata, è informazione l’energia in tutte le sue forme, sono informazioni le “interconnessioni” tra le cose e anche se queste interconnessioni fossero solo dei “campi di interconnessioni” come stabiliscono le analisi della matematica quantistica, anche questi campi sarebbero informazione; l’informazione è l’unica "cosa" che non interagisce sui sistemi quando questi sono nelle condizioni naturali della loro esistenza e l’esistenza delle cose è soltanto esprimibile con l’informazione, ma vedremmo nell’ultima parte di questo lavoro che cosa significa una possibile comprensione del concetto di informazione.


Un’altra affermazione che adesso è utile approfondire, è quella che non si può esprimere attraverso lo schema sopra esposto in quanto si tratta soltanto di capire che essendo tutte le funzioni e le grandezze rappresentate a loro volta funzioni dell’informazione, sono tra loro interagenti ossia non si può guardare lo schema come una entità di rappresentazione rigida ma bisogna sforzare la nostra immaginazione nel tentativo di comprendere che è tutto l’insieme che si modifica in una armonia imposta dalla interazione dell’informazione sulle varie cose rappresentate, non si può pensare ad una variazione dei processi di una scatola nera senza pensare a quali possano essere le variazioni riportate anche nelle altre, in verità, la difficoltà che abbiamo è quella di oltrepassare la classica immagine meccanicistica dei processi di causa-effetto introducendo una nuova concezione degli stessi che rientri in una espressione organicistica dell’universo; io mi rendo conto che a questo punto il ragionamento sia diventato veramente complicato ma d'altronde non poteva che essere così, la rappresentazione schematica della mente non può di sicuro essere riportata con delle semplici affermazioni a dei concetti rigidi, basti pensare a quali potenzialità si possa arrivare con i processi mentali, da quelle più normali come i processi di teorizzazione, di correlazione associazione e dissociazione oppure deduttivi o induttivi, inferenziali, di comparazione o relazionali, comportamentali e tutto quanto faccia parte delle attività comuni, ma bisogna pensare anche alle trasformazioni che si possono instaurare quando si parla di intuizioni meditative, di attività extrasensoriali o paranormali che derivano da una interazione complessa del sistema rappresentato dallo schema con l'informazione, in quanto si può definire una completezza umana per l'appunto nella interazione delle tre entità operative che la compongono: quella fisica che noi sappiamo conoscere molto bene in quanto è quella che più adottiamo per vivere, quella mentale che ci permette di avere una attività che rappresenta le possibilità di interazione con quella spirituale che è strettamente legata alla concezione assolutistica della costituzione energetica dell'informazione; il mondo mentale è dunque quello che si può slegare dal contesto fisico spazio-temporale attraverso la costituzione del pensiero che non conosce confini in quanto proprio derivante dalla interazione dell'informazione con il contesto fisico.


Scende da ciò che parlare di interazione fra la costituzione del pensiero e l'informazione in quanto energia, comporta una dualità di concepimento delle attività mentali, dualità che va individuata nel considerare sotto un aspetto di processo tutta la situazione inerente al formarsi dei ragionamenti e dei pensieri siano essi consci o inconsci, razionali o intuitivi, sia per quanto riguarda la forma seriale logico-attenzionale di base della polifonia del processo costitutivo del linguaggio, sia per quanto riguarda la forma parallela immediata costitutiva delle immagini mentali comuni o extrasensoriali o trascendentali e sotto un altro aspetto, ossia quello strutturale, quindi di costituzione fisico-chimica o bio-fisiologica, la situazione inerente alle attività cerebrali, individuando quali siano le parti del cervello preposte alle varie operazioni che costituiscono l'operare mentale.


Lo schema di base sopra esposto pertanto risponde a quelle che sono sostanzialmente le esigenze di processo della conformazione del pensiero e sarà estremamente difficile fare delle comparametrazioni con la strutturazione fisica dell'attività cerebrale, mi rendo conto che questo può essere un limite non indifferente per questo lavoro ma tenterò comunque di fare un collegamento di principio per quanto riguarda l'interazione fra la costituzione dei processi mentali e la strutturazione fisica cerebrale che consiste nel dare uno sguardo alla costituzione neurologica del cervello, in sostanza noi la dobbiamo pensare come una strutturazione a reti incrociate di punti nevralgici collegati fra loro tramite le sinapsi ed altri tipi di legami fisici che possiamo individuare come tanti fili conduttori di energia, ci sono inoltre delle zone del cervello che sono predisposte alle varie operazioni che regolano tutta l'attività nervosa del sistema, ma per quanto ci riguarda possiamo far riferimento soltanto al fatto che le informazioni energetiche coinvolgono delle catene neuroniche e che queste catene a loro volta si comportano come dei supporti fisici di trasformazione energetica in un modo simile al trasferimento delle informazioni all’interno di un qualsiasi computer, non ha alcuna importanza quindi conoscere esattamente la strutturazione fisica e chimica del supporto sul quale è stato implementato un sistema operativo, anche perché il livello di analisi che posso condurre non mi porta molto in profondità sotto questo punto di vista, non si tratta di valutare da una posizione biologica o fisiologica la possibilità di strutturazione degli “engrammi” o “tracce mnestche”, o di condurre un’analisi approfondita sui corrispettivi “engrammi” che sono alla base delle attività attenzionali, ma soltanto di individuare al meglio appunto queste attività per riuscire a comprendere il più possibile quella che è la strutturazione costitutiva del pensiero.


Nel prossimo Articolo faremo un’analisi approfondita sui corrispettivi “engrammi



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