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Intelligenza Artificiale e Cibernetica : Dai Primi Passi dell'Automazione all'Impatto Attuale dell'Intelligenza Artificiale

Esploriamo insieme il significato profondo di Intelligenza Artificiale, partendo  dalle origini, dalle sue radici cibernetiche. 


In questo intricato percorso tra Cibernetica e Intelligenza Artificiale, emergono interrogativi fondamentali sulle relazioni tra uomo e macchina, sulla natura dell'intelligenza e sulla direzione futura di questa affascinante convergenza tecnologica. 


La Cibernetica

La Cibernetica, disciplina unica nel suo genere, si distingue per la sua natura interdisciplinare. Questo campo d'indagine mira alla riproduzione artificiale di funzioni naturali umane o animali. Non rientrando nell'ambito accademico tradizionale, la cibernetica promuove un nuovo approccio all'analisi dei sistemi complessi, sia biologici che meccanici. I suoi principi si estendono attraverso varie aree, dalla tecnologia alla biologia, dalla psicologia alla sociologia.



Rivoluzione Cibernetica: Dai Primi Passi dell'Automazione all'Impatto Attuale dell'Intelligenza Artificiale
Rivoluzione Cibernetica: Dai Primi Passi dell'Automazione all'Impatto Attuale dell'Intelligenza Artificiale


L'Intelligenza Artificiale (AI)

Dentro il vasto panorama della cibernetica, sorge l'Intelligenza Artificiale (AI). 

Questo settore ingegneristico e informatico della cibernetica, che si concentra sulla  creazione di sistemi artificiali capaci di perseguire autonomamente una finalità ben definita, coinvolge diverse discipline


Dalla linguistica alla neuroscienza, dalla filosofia alla psicologia, dall'analisi delle probabilità alla statistica, l'AI abbraccia un vasto spettro di conoscenze.


In questo intricato intreccio di discipline, emerge l'essenza della cibernetica, che si fonde con l'ambito tecnologico per dare vita all'Intelligenza Artificiale. Fabio Tumazzo, esperto e appassionato del settore, ci guiderà attraverso questa esplorazione delle connessioni profonde tra la cibernetica e l'AI.

 

Cibernetica e AI: Alla Guida del Timone Tecnologico

Immagina di essere al timone di una nave, determinato a raggiungere una meta prestabilita. La sensazione di procedere nella giusta direzione ti conferma di essere sulla buona strada (feedback positivo), mentre eventuali correzioni di rotta sono apportate quando ti allontani dall'obiettivo (feedback negativo).


Nella nostra vita quotidiana, agiamo come navigatori, esercitando un controllo sulla situazione e apportando modifiche quando necessario. Questo principio non è estraneo alle macchine artificiali, che vengono "guidate" direttamente o indirettamente dagli esseri umani per soddisfare specifici scopi.


Osservando la situazione con distacco, l'uomo stesso può essere considerato una macchina, un insieme di componenti che lavorano sinergicamente per eseguire una funzione specifica. Questa macchina umana è auto-regolata, capace di adattarsi autonomamente alle sfide che incontra.



Il "kybernetes", il timoniere di se stesso, talvolta sogna di staccare la spina e lasciare il controllo al pilota automatico. La Cibernetica si pone come la scienza interdisciplinare e metadisciplinare che studia proprio questa macchina umana e le sue dinamiche autoregolative.


Secondo il celebre test di Turing, per essere definita intelligente, una macchina deve agire in apparenza come un essere intelligente. La Cibernetica classica si propone di automatizzare attività intelligenti attraverso l'uso di macchine in grado di replicare risultati desiderati, indipendentemente dai processi eseguiti dagli esseri umani o animali che le ispirano.


La cornice epistemologica della Cibernetica, sviluppatasi principalmente sulla base del comportamentismo e del pragmatismo anglo-americano, inizialmente si concentrava esclusivamente sui risultati e sulle performance. Tuttavia, l'evoluzione della scienza computazionalista ha trasformato questo pragmatismo comportamentale in un comportamentismo radicale.


Riducendo il psichico al fisico, si è giunti a credere che i segnali e i simboli elaborati dalle macchine, per quanto straordinarie, coincidessero con le informazioni e i significati dei simboli arbitrariamente associati da ogni individuo.


Ecco perchè l'ambito elettronico-computazionale della Cibernetica è stato denominato

genericamente come Information Technology (IT), ovvero Informatica. Questo ingenuo cambio di nomenclatura ha segnato un passo fondamentale nel comprendere come la Cibernetica stesse plasmando il mondo dell'informazione e della tecnologia.

 

 

L'Evolvere della Cibernetica: Dall'Informatica all'Intelligenza Artificiale

Ma la trasformazione non si è fermata qui. Si è giunti a credere che persino la cognizione mentale fosse riducibile al fisico. Nei computer, il cui comportamento è ispirato al sistema nervoso, i calcoli non dipendono più da elementi simbolici, come variabili e costanti, ma da distribuzioni quantitative e fisiche, rappresentate dalle connessioni di una rete neurale artificiale. Questo nuovo approccio "connessionista" in Informatica ha favorito un riduzionismo fisicalista di stampo empirista nelle scienze cognitive.


Il sistema nervoso umano si modifica plasticamente, evolve continuamente in risposta alle perturbazioni che subisce e infligge all'organismo e all'ambiente circostante. Tuttavia, un'errata concezione ha portato a immaginare i neuroni del cervello come collegamenti statici, simili ai circuiti elettrici di un computer.


Si è affermato il paradigma cognitivo-computazionale, l'idea audace di tradurre, in modo più o meno approssimativo, le funzioni mentali umane in algoritmi. Alcuni hanno persino considerato i computer più potenti, che elaborano segnali fisici in modo distribuito e parallelo, come veri e propri "cervelli elettronici". Questo ha portato alla nascita del termine "Intelligenza Artificiale" per descrivere tali tecnologie informatiche capaci di risolvere problemi complessi.



Tuttavia, nell'entusiasmo di creare macchine intelligenti, alcuni pensatori si sono resi conto che confondere il pensiero e la computazione con il cervello e la macchina che pensa e computa è un errore. Questo li ha spinti a evitare l'abisso neo-meccanicista, ma hanno finito per cadere nel neo-cartesianesimo, considerando la mente come un software indipendente dal corpo-hardware.


Nonostante i progressi nell'Intelligenza Artificiale, il paradigma cognitivo-computazionale ha mostrato i suoi limiti. Gli empiristi hanno visto il sistema nervoso come un "elaboratore" di informazioni, mentre i razionalisti lo hanno considerato un "creatore" di algoritmi. Queste visioni limitate hanno impedito una comprensione completa della biologia del cervello e della sua correlazione con l'ambiente.


Negli anni '70, nel campo della epistemologia cibernetica, è stato abbandonato l'approccio realista basato sulla mappatura del mondo esterno o interno, in favore di un approccio costruttivista. Questo è basato sulla coerenza nell'organizzare le esperienze affinchè si ricavino conoscenze “viabili” ossia soluzioni razionali ai problemi fisici e concettuali.


Un cambio di prospettiva che continua a plasmare il nostro modo di comprendere l'interazione tra cervello, mente e tecnologia.

 


La Cibernetica del Secondo Ordine: Oltre la Mente e il Corpo e l'IA

La Cibernetica moderna ha intrapreso un affascinante viaggio, evolvendosi nella denominata "cibernetica del secondo ordine", una prospettiva che abbraccia la consapevolezza che non esiste una realtà indipendente dall'osservatore. Questo nuovo approccio, definito anche come applicazione ricorsiva della Cibernetica su se stessa, si propone di replicare artificialmente le operazioni svolte da un animale intelligente, come l'uomo.


Questa Cibernetica del Secondo Ordine si suddivide in due sottocategorie: la "bionica" che studia il corpo, ossia l'hardware dei sistemi osservanti, e la "logonica" che analizza la mente, il software inteso come una funzione del cervello in sinergia con il resto dell'organismo. In breve, si tratta di una ricerca mirata a comprendere e ricreare sia il corpo che la mente di un sistema intelligente.


Per comprendere meglio, consideriamo la distinzione tra la Cibernetica del Primo Ordine, che studia i sistemi interagenti con l'ambiente e imparanti a regolare il proprio comportamento, e la Cibernetica del Secondo Ordine. Quest'ultima va oltre, considerando la conoscenza che i sistemi hanno del loro ambiente e di se stessi, insieme alla loro capacità di autoregolazione dinamica e auto-organizzata.


Puoi pensare che con l'avvento della Cibernetica del Secondo Ordine la prima sia stata relegata in secondo piano, ma ti sbagli. La scienza dell'Automazione, specialmente nei settori produttivo e militare, ha fatto progressi esponenziali, con la robotica industriale e la missilistica a testimonianza di una Cibernetica del Primo Ordine ancora vitale e presente.

Ma cosa dire della Bionica e della Logonica? Purtroppo, se ne parla pochissimo oggi. La Bionica, pur avendo avuto una certa notorietà in passato, sembra essersi eclissata dal radar. La Logonica, sebbene abbia conosciuto un breve periodo di popolarità in Italia nel secolo scorso, è rimasta nell'ombra.


Tuttavia, se pensi che la Cibernetica sia morta, ti sbagli di nuovo. Nel mondo dell'informatica, è emerso un nuovo termine: Intelligenza Artificiale (AI). Sì, hai capito bene. L'AI è la nuova Cibernetica. Oggi, a livello teorico, la vecchia Automatica è chiamata Reactive AI, la Bionica del cervello è chiamata Neuro-Mimetic AI e la Logonica è chiamata Theory of Mind AI.


L'AI moderna può essere vista come una sintesi delle tre cibernetiche:

  • Artificial Narrow Intelligence (Reactive AI + Neuro-Mimetic AI) 

  • Artificial General Intelligence (Neuro-Mimetic AI + Theory of Mind AI)

  • Artificial SuperIntelligence (Reactive AI + Neuro-Mimetic AI + Theory of Mind AI).  


Queste rappresentano una convergenza tecnologica che abbraccia la replicazione e l'evoluzione dell'essere umano, aprendo scenari entusiasmanti nel mondo dell'intelligenza artificiale e oltre.

 


Il Cambio di Paradigma dell'Informatica e le Diverse Forme di Intelligenza Artificiale

Con l'avvento di Internet, abbiamo presenziato a un radicale cambio di paradigma computazionale. La computazione interattiva, tipica dei sistemi complessi, ha introdotto una maggiore computabilità a livello globale-consecutivo rispetto alla computazione algoritmica, pur mantenendo intatta la computabilità locale-costitutiva.


In altri termini, se da una parte i computer continuano a essere programmati mediante algoritmi, sia sequenziali che paralleli, dall'altra assistiamo a una trasformazione nel modo in cui elaborano informazioni, caratterizzata dall'interferenza tra input e output durante il processo, flussi di valori potenzialmente infiniti e comportamento dipendente dalla storia dell'agente.


L'Intelligenza Artificiale (AI) è ora un campo diversificato, con molteplici forme e approcci. Non esiste un'unica AI, ma varie espressioni in base alle soluzioni fornite, alle capacità implementate, alle metodologie adottate e alle tecnologie realizzate. Pur nella sua multiformità, possiamo identificare alcuni approcci fondamentali.


Nel panorama dell'AI ristretta classica, si cercava di agire "umanamente" o di pensare "umanamente", basandosi su approcci algoritmici come il test di Turing o sull'analisi delle scienze cognitive di impronta empirista o razionalista.


L'AI ristretta moderna si orienta verso il pensare "razionalmente" e l'agire "razionalmente", sfruttando approcci interattivi basati su software con apprendimento automatico o su apprendimento automatico incorporato nell'hardware.


L'AI forte, il futuro ambizioso, si propone di agire e pensare come un essere umano o addirittura meglio di un essere umano. Questo approccio interattivo si fonda sulla replicazione e l'imitazione della funzione del sistema nervoso, integrando l'organismo vivo con l'organismo morto, unendo le capacità umane con la potenza di calcolo e azione fisica degli automatismi.


In conclusione, questo scenario dinamico dell'IA rappresenta una sintesi delle evoluzioni computazionali e un nuovo capitolo nella storia dell'informatica, unendo passato, presente e futuro in un intricato intreccio di innovazione e potenziale. - Fabio Tumazzo


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